Perché quando le storie d’amore si rivelano sbagliate e causano sofferenza e insoddisfazione, è così difficile separarsene?A volte il malessere è talmente evidente che entrambe i partner avvertono la necessità del distacco, ma poi risulta estremamente complicato attuarlo senza lacerazioni e rancori. Capita spesso che i ripetuti tentativi di allontanamento siano vani e si torni insieme nella speranza di cambiare la situazione, ma poi subentra la delusione di ritrovarsi a vivere i vecchi problemi.Del resto, anche quando si arriva alla vera rottura, l’esperienza può creare ferite profonde che non si rimarginano facilmente.
Per separarsi bene, senza angoscia e senza vuoto, non basta il distacco materiale, ma è necessaria una separazione interna profonda: bisogna ritrovare la propria identità, che si era confusa con quella del partner e rifiutare le dimensioni distruttive vissute nel rapporto, senza però perdere la capacità affettiva. Bisogna quindi partire dall’elaborazione di proprie carenze, limiti o cecità.
Va compreso, ad esempio, che quello che spesso ci incatena al partner nella sofferenza è l’angoscia dell’abbandono e il terrore del fallimento e della solitudine: l’idea di non poter vivere senza l’altro non è conseguenza del grande amore, ma è legata alla fragilità della nostra immagine interiore e all’ autosvalutazione, per cui sarebbe il partner che ci da la vita, mentre in realtà compensa il nostro vuoto di identità. Se chi amiamo ci lascia, ci sentiamo feriti nel nostro amor proprio e, al di là del dolore che ci provoca la sua perdita, ciò che ci brucia è il nostro narcisismo offeso.
Riconquistare un’ integrità interna e la speranza nel futuro è perciò l’unico modo per non restare intrappolati nel passato e nelle identificazioni, e riuscire a ribellarsi alla rassegnazione.
Testo (Amore senza bugie. L’ Asino d’oro edizioni)