Quando nel febbraio del 1977 ricevette nelle sue mani il premio Oscar per il miglior film dell’anno, ripenso’ con soddisfazione a tutti quelli che gli avevano detto che non ce l’avrebbe mai fatta, a tutte le difficoltà che aveva dovuto affrontare e a tutti i “no” che si era sentito dire. Esattamente come Rocky Balboa riusciva sul ring a superare qualsiasi ostacolo, S. Stallone fu capace di vincere ogni difficoltà, perseguendo il suo obiettivo con costanza, fino a portare il suo sogno sugli schermi. Infatti, prima di scrivere il film che lo trasformo’ in una star, era un aspirante attore squattrinato, così povero da doversi vendere, con immenso dolore, il suo amato cane perché non riusciva a comprargli il cibo. Ma doveva e voleva con tutto se stesso realizzarsi. Continuava a presentarsi ad ogni casting dove si sentiva dire continuamente che aveva una brutta voce e una faccia da pugile suonato. E proprio il pugilato fu la chiave di volta della sua vita! Nel marzo del 75 assistette ad un incontro di pugilato tra il grande Muhammad Ali’ e un pugile pressoché sconosciuto. E quella sera accadde l’incredibile: il grande campione venne messo al tappeto. Vedendo questa scena Stallone ebbe un flash: quello sconosciuto sarebbe passato alla storia, non per le sue capacità di pugile, ma per essere stato in grado di abbattere la più grande macchina da combattimento mai esistita. In quel preciso momento nacque l’idea del personaggio di Rocky. Al termine dell’incontro Stallone corse a casa e per 3 giorni e 3 notti scrisse il copione del celebre film. La sceneggiatura fluiva sulla carta per l’entusiasmo che aveva, sentiva che questo era il momento di svolta della sua vita. Il risultato furono 90 pagine fitte che divennero l’ossatura principale di quella pellicola di straordinario successo. Alcuni giorni dopo si presentò all’ennesimo provino: non venne scelto, ma mentre usciva si rivolse ai due produttori dicendo che aveva scritto qualcosa sul pugilato e se volevano dargli un’occhiata...dissero di si...”Ogni tanto mi fermo a pensare cosa sarebbe stato di me se quel giorno sulla soglia dello studio non avessi aggiunto quelle ultime parole" “E’ per questo che io consiglio sempre a chiunque abbia un’idea di parlarne con tutti, di non mollare, perché ogni momento potrebbe essere quello buono!” Dichiara oggi Stallone.
I due produttori furono entusiasti della storia e gli offrirono 25 mila dollari. Era pronto ad accettare, ma la trattativa si arenò non appena espresse la ferma intenzione di essere il protagonista del film. I due scoppiarono a ridergli in faccia dicendogli che non era un attore capace, pensavano piuttosto a Robert Redford, Ryan O’ Neal, attori all’apice in quel momento; Stallone rimase fermo nella sua idea: “ Rocky sono io, nessun altro può interpretarlo meglio di me!” Sapeva esattamente ciò che voleva.
I produttori, che credevano nel copione, alzarono il prezzo purché accettasse di non recitare nel film! Anche se era difficile continuare a dire di no, vista la sua situazione economica...più tardi Stallone dichiarò: “Sentivo nel mio cuore che era la cosa giusta da fare. Sapevo con sicurezza che, se quel film avesse avuto successo senza di me, non me lo sarei mai perdonato e avrei finito col suicidarmi! Ero vissuto con pochi soldi fino a quel giorno e avrei potuto continuare a farlo, ma non potevo buttare via l’opportunità della mia vita!”
Sfiniti, i produttori accettarono, dandogli solamente i 25 mila iniziali più un budget ridotto per la produzione del film. La prima cosa che fece Stallone fu andarsi a riprendere il cane, ma il nuovo proprietario non volle sentir ragioni. Ma anche in questo caso Stallone sapeva cosa voleva ed era disposto a tutto. Inizio’ così una trattativa, al termine della quale, ebbe il suo cane indietro in cambio di 5 mila dollari e la promessa, per l’uomo, di una piccola parte nel film! Stallone poté così tornare a giocare con il suo fido cagnolone Birillo, poi diventato famoso in tutto il mondo per aver “recitato” insieme a Rocky!